Secondo le ultime statistiche sono 128 i centri attivi in Europa. Con 28 banche l’Italia è uno dei Paesi europei più all’avanguardia. Prima di noi ci sono solo Francia e Svezia. La situazione però è a macchia di leopardo poiché alcune regioni italiane -come Campania, Sardegna, Umbria e Basilicata- ne sono del tutto prive. In aumento, ma ancora troppo poche, le donazioni.
Le ragioni per diffondere sempre di più questo servizio non mancano: al di là degli indubbi benefici per la crescita dei bambini, il latte materno è indispensabile per i neonati prematuri. In questi casi i “piccoli”, che non hanno ancora tutti gli apparati completamente sviluppati, vanno incontro a diversi problemi che li costringono a rimanere per diverso tempo in terapia intensiva. In questi casi l’alimento più indicato è proprio il latte materno.
Gli studi a riguardo abbondano: ridotta incidenza di infezioni, miglioramento della respirazione ed elevata tolleranza alimentare sono solo alcuni dei benefici. Purtroppo però, per svariati motivi, le mamme che hanno dato alla luce bambini prematuri non sempre hanno a disposizione latte sufficiente. Ed è proprio in questi casi che intervengono le banche del latte.
Queste strutture si reggono in piedi grazie alle mamme che presentano una produzione di latte superiore alla quantità necessaria per il proprio bambino. Compito delle banche è il ritiro, la conservazione e la distribuzione di questo prezioso alimento. Nessun problema sulla sicurezza: la qualità è garantita da rigorosissimi controlli e dal processo di pastorizzazione. Non solo, prima di donare le mamme vengono selezionate in base allo stile di vita e dopo essere state sottoposte ad esami del sangue.
La settimana mondiale, che si conclude lunedì 7 ottobre, sarà anche l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di allattamento al seno sul luogo di lavoro. La mancanza di sostegno è uno dei motivi che porta le neomamme ad abbandonare precocemente la pratica. Eppure i vantaggi non sono solo per il bambino. Diversi studi hanno infatti dimostrato benefici economici per quelle aziende che mettono le madri nelle condizioni di poter nutrire i propri bambini. Un motivo in più per promuovere la cultura dell’allattamento."
Articolo di D.Banfi interamente tratto da La Stampa