Screening e diagnosi precoce dei tumori

Si sente molto spesso parlare dell'importanza dello screening per la diagnosi precoce delle neoplasie ma cosa è lo screening e a quali tipologie di tumore è applicabile? Per screening s'intende un programma diagnostico su ampia scala per il riscontro di un tumore occulto ed in fase preclinica su una popolazione a rischio di malattia. Affinchè lo screening assolva al suo compito di diagnosticare una patologia silente è necessario che il tumore in questione abbia una lunga fase preclinica, per aumentare le possibilità di guarigione e quindi diminuire drasticamente la morbilità e la mortalità ad esso correlata. Chiaramente, il programma di screening ha senso solo se esistono delle cure efficaci contro quel particolare tumore, diagnosticato in fase asintomatica. Scoprire in fase preclinica un cancro significa diagnosticare un tumore confinato nella sua sede primitiva ("in situ") e quindi non metastatizzato, pertanto i tumori che non metastatizzano finchè non raggiungono dimensioni rilevanti, come quello alla mammella ed alla prostata, sono quelli più idonei per lo screening. Esistono delle neoplasie, come il cancro colon-rettale, a crescita molto lenta (10-15 anni) e che seguono precise tappe di trasformazione da iperplasia, ossia aumento del numero di cellule di un tessuto, a vera e propria neoplasia. Nello specifico, il cancro del colon-retto vede il passaggio da iperplasia a neoplasia seguendo le tappe di polipo adenomatoso, displasia, carcinoma in situ fino a divenire cancro e quindi a metastatizzare. Analogamente, anche il carcinoma della cervice uterina si manifesta primariamente sotto forma di lesioni precancerose che se diagnosticate precocemente guariscono assai frequentemente. Da entrambi questi esempi risulta chiara l'importanza dello screening per la diagnosi precoce di neoplasia, poichè è capace di diminuire notevolmente la mortalità con dei test lievemente invasivi. I test di screening comunemente impiegati per la diagnosi precoce di cancro sono per il carcinoma mammario, il carcinoma prostatico, carcinoma colon-rettale, il carcinoma della cervice uterina.

NEOPLASIA

TEST

 

1. Autopalpazione della mammella (mensile)

Carcinoma mammario

2. Visita senologica (annuale)

 

3. Mammografia (ogni 1-2 anni al max)

 

 

Carcinoma prostatico

1. Antigene Prostatico Specifico (annuale)

 

2. Esplorazione rettale (annuale)

 

3. Ecotomagrafia transrettale (solo per soggetti con test precedenti positivi)

 

 

Carcinoma colon-rettale

1. Test per la ricerca del sangue occulto (annuale)

 

2. Colonscopia (ogni 5-10 anni)

 

3. Sigmoidoscopia (ogni 10 anni)

 

 

Carcinoma della cervice uterina

1. Pap Test (ogni anno per 3 anni e se negativo, ogni 2-3 anni)

 

1. Carcinoma mammario - Il tumore della mammella è molto diffuso così come la prevalenza di forme precancerose ed in situ. Per tale motivo lo screening per la ricerca di queste lesioni è molto efficace per ridurne morbilità e mortalità. Esistono studi trentennali sulla validità di questo tipo di screening, basato su autopalpazione, visita senologica e mammografia, che testimoniano una riduzione della mortalità del 30% su donne a rischio di malattia. Elevata importanza è data soprattutto all'esame clinico con visita senologica ed alla mammografia. Ma chi sono le persone a rischio di malattia? Alcuni studi dicono che le donne tra i 40 ed i 69 anni sono quelle più a rischio, mentre altri parlano di donne dai 49 anni ai 69, ovviamente tralasciando i soggetti di qualsiasi età che hanno già avuto in precedenza la malattia o con forte familiarità per essa che costituiscono un caso a sè stante.

2. Carcinoma prostatico - Si tratta di una delle principali cause di morte nel sesso maschile. Data la lunga fase preclinica della patologia,  l'efficacia del programma di screening attuale e delle cure per i tumori in situ, dovrebbe essere maggiormente attuato da parte del sesso maschile che spesso per motivi culturali ne tralascia l'importanza. Lo screening completo contempla 3 tipi di test: l'esame obiettivo tramite esplorazione rettale, un esame sierologico con dosaggio del PSA e l'imaging ecografico (ecotomografia transrettale). Quest'ultimo esame è di solito usato se il risultato degli altri 2 è positivo, mentre il dosaggio del PSA non esclude la visita medica poichè le due pratiche individuano tumori differenti. La fascia d'età più a rischio di carcinoma prostatico è quella compresa tra i 50 e gli 80 anni.

3. Carcinoma colon-rettale - Poichè è ben conosciuta la storia naturale di questo tumore, lo screening ad esso relativo divide i soggetti ad alto rischio (ossia chi ha anamnesi positiva per i polipi intestinali ed in minor misura chi ha familiarità positiva di primo grado) dalla popolazione generale. Nella popolazione generale, le persone più a rischio sono soggetti tra i 50 e gli 80 anni. Le raccomandazioni attuali per costoro sono l'esplorazione rettale e l'esame delle feci per la ricerca di sangue occulto, entrambi annuali, e la sigmoidoscopia ogni 10 anni. Nuovi studi propongono la colonscopia completa al posto della sigmoidoscopia che comunque attualmente consente di diminuire la mortalità di circa il 30%.

4. Carcinoma della cervice uterina - Si tratta della seconda neoplasia più frequente nella donna, dopo il carcinoma mammario. Il principale test di screening utilizzato per la diagnosi precoce di questo tumore è il Pap Test (ossia il test di Papanicolaou, da non confondere con il test per la ricerca del Papilloma Virus- HPV). Questo esame è oramai utilizzato con successo da circa 50 anni e svariati studi hanno dimostrato che è capace di ridurre del 90% la mortalità per carcinoma del collo dell'utero. L'esame per la ricerca del Papilloma Virus Umano è stato di recente suggerito per diminuire il numero di falsi negativi tralasciati dall'esame principale. Il Pap Test è rivolto a tutte le donne dai 18 anni di età in poi, ogni anno per i primi 3 anni  ed ogni 2-3 anni se i precedenti test risultano negativi.

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